Mindfulness: l’infelicità non è inevitabile
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C’è poco da fare! Nonostante le grandi risorse di cui oggi possiamo disporre per agevolare le nostre vite, siamo sempre meno liberi, più deboli, condizionati ed impotenti, sempre più disconnessi da noi stessi. Inabissati nel “fare”, preoccupati del futuro e zavorrati dal passato, riusciamo a stento a non affogare nell’oceano di input caotici a cui l’era digitale ci sta condannando, con la sua velocità ed aggressività.

I livelli di stress cui oggi ci sottoponiamo erano inimmaginabili anche solo 30 anni fa. Riusciamo sempre meno a dare forma, respiro e significato autentico alle esperienze che conduciamo. Non riserviamo loro le nostre migliori energie, non ci concediamo la possibilità di imprimerle e scolpirle dentro di noi. Non le viviamo più nel presente, non ce ne diamo il tempo. Sembriamo non essere più “contemporanei” a noi stessi!

Istintivamente, reagiamo a questa situazione con una sempre maggior disattenzione e assenza dalla vita nel momento presente. Spesso, addirittura, ci sembra che offrirci ad esso induca in noi ansia e angoscia. Sono qui con il corpo, ma sto pensando o sognando altro. Sono preoccupato per il domani o perso in un ricordo. Non sono veramente “qui e ora”, mi faccio rapire da realtà virtuali o da emozioni con cui non riesco a dialogare. Sono sempre più sofferente e anche il mio corpo si sta ammalando. In realtà, ho soprattutto molta paura.

Davvero tutto ciò è inevitabile e “c’è poco da fare”?

No. C’è moltissimo che possiamo fare, proprio a questo punto: quando, magari, abbiamo già sperimentato tante seduzioni o soluzioni effimere e abbiamo visto che non funzionano per portarci fuori da questa sofferenza, non funzionano per ridare un senso profondo alla nostra vita e al nostro essere nel mondo.

C’è più di una via che può condurci fuori da questa spirale. La Mindfulness, la Via della Consapevolezza, è una di queste. Una delle più potenti, nella sua gentilezza. Alla portata di ciascuno di noi nella sua semplicità, anche se va percorsa con dedizione, costanza e continuamente affinata. Per questo necessita di buoni insegnanti e maestri. Perché la consapevolezza è in realtà una dote innata in noi umani, solo dobbiamo tornare a praticarla.

La Mindfulness ci addestra a farlo, nel suo essere tanto antica (ne abbiamo memoria a partire dal Buddha, vissuto oltre 2500 anni fa), quanto contemporanea e avanzata, in particolare nella versione riproposta da Jon Kabat-Zinn e collaboratori a partire dalla fine degli anni ’70. Sicuramente è oggi la più validata da migliaia di ricerche neuroscientifiche dedicate e da innumerevoli applicazioni in ambito clinico, sia psicoterapeutico che medico (medicina integrata).

Ma che cos’è e in cosa consiste la Mindfulness?

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