Più che in altri approcci artistici al Counseling, l’Art-Theatre-Counseling impegna il partecipante a mettere in campo una propria presenza globale, in cui si integrino mente, corpo ed emozioni allo scopo di creare una azione rappresentativa. E’ proprio attraverso tale azione che si avvia un processo di catarsi, riscoperta e trasformazione della persona all’interno di un contesto collettivo.
Quando il partecipante si immedesima in un personaggio o un ruolo, infatti, la sua azione teatrale “porta in figura” e fa emergere i suoi vissuti personali. La catarsi si verifica quando egli riconosce, proprio attraverso il personaggio rappresentato all’interno di una azione scenica, un proprio conflitto, problema o aspetto esistenziale/relazionale.
Rappresentare-rappresentarsi attraverso la mediazione di un personaggio consente di vedere dei propri contenuti da una certa distanza e, successivamente, iniziare a comprenderne il significato durante i feedback collettivi (la parte Counseling) che sempre seguono il momento scenico.
L’intero procedimento si sviluppa all’interno di un ambiente protetto, in un clima che sollecita giocosità, creatività e spontaneità. Una condizione ideale per “vedere” e poi liberarsi di comportamenti stereotipati e/o disfunzionali.
Nel lavoro di improvvisazione-gioco teatrale, paradossalmente la finzione induce ad esprimere una personale verità e a sperimentare nuovi comportamenti adattivi da applicare nella vita, proprio perché protetti dal “gioco”, ossia dall’idea che in quel momento nulla appartenga al mondo “reale”. Inoltre, qui il grande mediatore è il corpo con tutto il suo potenziale espressivo e con tutta la sua capacità di essere punto di partenza per riorganizzare il rapporto con se stessi.
Come nota Mariagiovanna Rosati Hansen nel suo libro L’arte dell’attore: “Fare teatro ci offre la possibilità di giocare con tutti i ruoli che vogliamo – quelli già vissuti e quelli da ‘sperimentare’ – fino a trovare paradossalmente la totalità psico-fisica rifiutando le cosiddette ‘maschere’ a favore della verità. Il gioco dei ruoli aiuta paradossalmente a trovare quello più vicino alla nostra personalità e questo aiuta a vivere da protagonisti con la completa consapevolezza di ‘esserci’ per se stessi e gli altri. Quindi compito dell’Art-Theatre-Counselor è quello di guidare il cliente-attore nella ricerca del suo vero sé e poi di aiutarlo a trovare il coraggio di viversi quel sé”. L’Art-Theatre-Counseling di Andar con Sé prevede seminari e workshop di gruppo, sia in presenza che on-line, aperti ad attori e non, ad amanti del teatro e non, perché a tutti può far bene e fornire un grande aiuto per vivere meglio con se stessi e gli altri.
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